L'anima del raku  
è la gioia di sperimentare  
e l'istintività;  
ogni oggetto è unico,  
particolare e  irripetibile.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Raku-yaki (楽焼) o raku è una tecnica giapponese per la fabbricazione di ceramiche. Raku, tecnica di origine giapponese, nasce in sintonia con lo spirito zen che esalta l'armonia presente nelle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle forme. L'origine del raku è legata alla cerimonia del tè: un rito, realizzato con oggetti poveri tra i quali il più importante era la tazza, che gli ospiti si scambiavano l'un l'altro. Le sue dimensioni erano tali da poter essere contenuta nel palmo della mano. La tecnica raku è stata introdotta recentemente nel mondo occidentale che ne ha stravolto i risultati. L'effetto decorativo, con riflessi metallici e cavillatura, la singolarità del processo, dove l'oggetto è estratto incandescente dal forno, ne fanno una tecnica decisamente emozionante, che stravolge il metodo ceramico classico. Durante il processo raku il pezzo subisce un forte shock termico; è quindi necessario utilizzare un'argilla robusta e refrattaria. Questo tipo di terra ha al suo interno della chamotte (granelli di sabbia) che diminuiscono il grado di contrazione, evitando così la probabilità di frattura. Il pezzo in argilla refrattaria bianca dopo esser stato modellato viene cotto una prima volta tra 950-1000 °C; dopo di che avviene la decorazione. In questa tecnica vengono utilizzati ossidi o smalti. Esempio di  decorazione utilizzando  la riduzione:  togliendo l'oggetto  incandescente dal forno,in base al tipo di prodotto che si utilizza per la riduzione (segatura, carta, foglie ecc. ) sull'oggetto biscottato si potranno ottenere diversi effetti di riduzione dal colore nero al colore grigio. La cottura raku, seconda cottura, avviene in un apposito forno dove la temperatura sale a 950 °C - 1000 °C. Quando il colore diventa lucido e il pezzo è incandescente si procede all'estrazione. Il forno viene aperto e l'oggetto viene preso attraverso apposite pinze e viene immediatamente depositato in un contenitore di metallo pieno di materiale combustibile (fogli di giornale, trucioli, segatura ecc.) che oltre a bruciare soffoca anche il pezzo, provocando una grossa riduzione. L'oggetto viene poi estratto nuovamente dal contenitore e immerso nell'acqua, dopo di che viene pulito per eliminare i segni della combustione e per far emergere i metalli in tutta la loro iridescenza e brillantezza. La sperimentazione continua, insita nel raku, costituisce motivo di studio e di ricerca permanenti per chi fa  questo tipo di ceramica. L'antica tradizione giapponese è sempre presente, anche se occorre dire che le tecnologie attuali contribuiscono a rendere il raku più facilmente accessibile non solo a chi intende utilizzarlo per le proprie creazioni,  ma anche al grande pubblico che intende usufruire delle opere che escono dai laboratori raku. 

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